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Diario di Nicolò: il segreto è raccontare la realtà (con ironia)

Giorno di prigionia numero 20.
Il gran capo mi fa pulire i muri per togliere la muffa. A stento mi reggo in piedi, il cibo scarseggia, ogni giorno che passa le richieste diventano più insistenti e quella che una volta era mia sorella si è trasformata in un animale selvaggio.

Se provo a immaginare gli incarichi logoranti che mi verranno assegnati nei prossimi giorni, desidero solo tornare sui banchi di quella decrepita scuola dove ero sottoposto a sei interrogazioni e due verifiche al giorno…bei tempi!

In questo preciso istante mi sto gustando la mia razione giornaliera di zuppa di cetrioli rigorosamente fredda, sorvegliato da un pitbull di dimensioni sproporzionate che una volta chiamavo nonna.

Sono disperato…conto i minuti per arrivare a fine giornata e finalmente sdraiarmi sulla branda che mi è stata fornita per riposare poche ore dopo il duro lavoro. Ora mi stanno chiamando o, meglio, mi stanno urlando contro, quindi forse è meglio che vada.

Ma questo è un appello a tutti voi che state a casa, ma non a casa mia…e mi raccomando, ricordatevi sempre e comunque che ” TUTTO ANDRÀ BENE”.
Nicolò